Il Gender Dream Gap inizia a 6 anni
Sei anni. È a questa età che inizia a radicarsi il pregiudizio che le ragazze siano meno brave nelle materie scientifiche. Il primo anno delle elementari, come si chiamavano una volta, è quello in cui le bambine comnciano a fare i conti con un sistema che le vuole più portate per le materie umanistiche. Gli inglesi lo chiamano gender dream gap, la differenza di sogni legata al genere. E i numeri ci confermano questa realtà. In media a 15 anni, in Italia, il divario di genere in matematica è tra i più alti dei Paesi Ocse: 16 punti di differenza, contro una media di 5, secondo l’ultimo rapporto UNESCO. Eppure le differenze sono nulle nei Paesi scandinavi e negli Emirati Arabi. Cosa significa? Che non si tratta di una questione biologica, ma di fattori culturali e sociali. Non sono le ragazze a essere meno brave per “nascita”, ma lo diventano col tempo, condizionate dal contesto in cui sono immerse.
La Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza mira a riconoscere l’importante contributo delle donne nel campo delle scienze, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) e a incoraggiare le giovani ragazze a interessarsi e dedicarsi a queste materie.
L’impatto delle ragazze nella scienza è importante perché le donne rappresentano metà della popolazione mondiale e dovrebbero avere la stessa opportunità di partecipare e contribuire allo sviluppo scientifico e tecnologico. Inoltre, la presenza di donne in STEM aumenta la diversità di genere nell’industria e può portare a soluzioni più innovative e creative per i problemi globali.
Tuttavia, le donne sono ancora sottorappresentate in questi campi, e ci sono molte sfide da superare, tra cui la discriminazione di genere, gli stereotipi di genere e le barriere culturali. Per questo, è importante continuare a sostenere e incoraggiare le ragazze a interessarsi e dedicarsi a STEM, per garantire un futuro più equo e inclusivo per tutti.