Il termine inclusione sociale si riferisce alla società e alle sue attività inclusive. Abbraccia numerosi aspetti e ambiti tra i quali l’inclusione scolastica e l’inclusione lavorativa. Il fine ultimo dell’inclusione sociale è garantire l’inserimento di ciascuno individuo all’interno della società indipendentemente dalla presenza di elementi limitanti. L’inclusione sociale guarda alla disabilità non come una caratteristica interna dell’individuo che crea il non funzionamento, ma come deficit collocato “all’interno dei processi disabilitanti prodotti da contesti, saperi disciplinari, organizzazioni e politiche incapaci di fornire una risposta adeguata alle differenze delle persone. Alla luce di questo risulta necessario osservare, proporre e cambiare i contesti sociali per realizzare ovunque l’inclusione sociale. L’inclusione sociale è un processo che problematizza gli aspetti della vita sociale, delle istituzioni e delle politiche: si presenta come un processo dinamico, instabile, in continua costruzione, in quanto l’essere inclusivi non è vincolato al ruolo prescrittivo, a una norma, a una costrizione, ma implica una continua strutturazione e destrutturazione delle organizzazioni e dei contesti istituzionali e sociali. Insomma l’essere inclusi è un modo di vivere insieme, basato sulla convinzione che ogni individuo ha valore e appartiene alla comunità. Così intesa, l’inclusione può avvenire non solo nella scuola ma in molteplici ambienti, lavoro, gioco, ricreazione.